Un Viaggio dal Passato al Presente attraverso gli Occhi di Silvia Scola

Un Viaggio dal Passato al Presente attraverso gli Occhi di Silvia Scola

Situata a 150 chilometri da Roma, Pescasseroli è un gioiello incastonato nella provincia dell’Aquila. Un luogo che ha visto accadimenti significativi nel corso degli anni, specialmente grazie alle esperienze personali di chi ha deciso di farne la propria dimora estiva. Tra questi, Silvia Scola, figlia del celebre regista Ettore Scola, racconta una storia di affetto e scoperta legata a questa splendida località.

Nel 1965, Ettore Scola fu introdotto a Pescasseroli da Agenore Incrocci, affettuosamente conosciuto come Age, sceneggiatore e amico che possedeva una casa qui. Silvia ricorda i loro primi soggiorni al residence Prato Verde, prima di acquistare un appartamento e, successivamente, scoprire una villa isolata che divenne il loro rifugio ideale. “Era un luogo dove papà e i suoi amici potevano lavorare in tranquillità, lontani dal tumulto della vita quotidiana”, racconta Silvia.

Negli anni ’60, Pescasseroli non era conosciuta come oggi; era un angolo di pace, popolato da una comunità che inizialmente si mostrava riservata nei confronti dei nuovi visitatori. “La loro freddezza era una forma di protezione”, spiega Silvia. Con il passare del tempo, tuttavia, l’accoglienza si fece più calda e inclusiva, permettendo ai nuovi arrivati di integrarsi e apprendere le dinamiche sociali del paese.

Questa trasformazione è stata catturata nel recente film “Un mondo a parte” di Riccardo Milani, che presenta Pescasseroli come sfondo di una storia che esprime la ricchezza dei rapporti umani. Con protagonisti come Antonio Albanese e Virginia Raffaele, il film evidenzia la peculiare bellezza di questo paesino, al quale i turisti si sono affezionati, attratti dai suoi sentieri e dai suoi fiumi.

Silvia ricorda con nostalgia le estati trascorse in questo angolo di paradiso, un luogo dove la libertà di esplorare i boschi e i corsi d’acqua era un privilegio impensabile a Roma. “Pescasseroli è diventata una meta turistica sia in estate che in inverno, ma la comunità è rimasta in gran parte la stessa”, sottolinea la Scola. “La verità e l’impegno nel mantenere vive le piccole relazioni è ciò che ci riporta sempre qui”.

Un’altra memoria cara a Silvia è quella di un grande festival organizzato negli anni ’70, che riunì sia i nobili nomi del panorama culturale che la gente comune, rendendo Pescasseroli il palcoscenico di un evento di coesione e festa collettiva. Quel legame tra celebrità e popolazione locale, che per Silvia rappresentava “gli amici di papà”, trova rifugio in un ricordo di gioia condivisa.

Pescasseroli, quindi, non è solo un luogo di bellezza naturale, ma un simbolo di connessione umana, un punto d’incontro tra passato e presente. Con la testimonianza di Silvia Scola, si rivela come questo paesino dell’Abruzzo non sia solo una meta da visitare, ma un pezzo di vita che continua a trasmettere valori autentici e relazioni significative.

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