“Riflessioni per la storia linguistica di Pescasseroli”. Presentazione dello studio del Prof. Mario Saltarelli

Domenica 6 ottobre 2024, presso la Sala Consiliare del comune di Pescasseroli, è stato presentato lo studio del Prof. Mario Saltarelli dal titolo “Riflessioni per la storia linguistica di Pescasseroli”. La stampa di questo lavoro, frutto di anni di ricerca da parte di Saltarelli, docente di linguistica romanza presso la University of Southern California di Los Angeles, è stata possibile grazie alla sinergia di molte persone tra quali bisogna menzionare innanzitutto Mario e Marc Saltarelli, figli del Professore, Aimone Cesidio Decina, autentico cultore del dialetto pešcarùle che da anni, insieme a sua moglie Rosa Maria Tullio, collabora alle ricerche linguistiche del Professore, Massimo Papa, professore di Diritto presso l’Università di Roma Tor Vergata, anch’egli cultore della lingua pescasserolese ed entusiasta collaboratore di Saltarelli e Decina, e il Prof. Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo e Direttore della Collana “Ambiente e Territorio”, la quale, nell’ultimo decennio, oltre al volume di cui si parla nel presente articolo, ha portato alle stampe già una decina di studi di abruzzesistica che approfondiscono aspetti legati alla dialettologia, alla toponomastica, alla poesia dialettale, alla storia locale e alla storia dell’ambiente e del paesaggio.

Figura 1 – Copertina dello studio del Prof. Saltarelli.

Per quanto concerne la presentazione dello studio, quest’ultima è stata organizzata da Giuseppe Vitale, assessore del comune di Pescasseroli e principale animatore dell’associazione culturale “Pescasseroli è W” e vi hanno preso parte, in qualità di relatori, Giuseppe Sipari, sindaco di Pescasseroli, Aimone Cesidio Decina, Massimo Papa e lo scrivente, invitato a partecipare in quanto autore di diversi studi sui dialetti e sulla toponomastica sia dell’Alta Val di Sangro che delle aree limitrofe. L’evento, inoltre, è stato registrato, affinché ne resti memoria, da Stefano D’Arcangelo (Dark), fondatore di “Radio Parco” e grande narratore della vita culturale dei paesi che animano il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Figura 2 – Un fotogramma del video di registrazione di “Radio Parco” in cui si possono vedere i relatori che hanno preso parte alla presentazione: da destra Massimo Papa, il sindaco Giuseppe Sipari, Aimone Cesidio Decina (in piedi) e Davide Boccia in collegamento da remoto.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco Giuseppe Sipari, Aimone Cesidio Decina e Massimo Papa hanno condiviso con il folto pubblico di pescasserolesi e turisti che ha riempito per l’occasione la Sala Consiliare diverse interessanti riflessioni sull’importanza del lavoro svolto da Saltarelli e sullo stato attuale della lingua da Péšche. Decina ha fatto osservare all’uditorio come nell’opera di Saltarelli sono presenti forme dialettali un tempo di utilizzo quotidiano ma oggi pressoché uscite dall’uso comune come nel caso di beccàire «bicchiere», termine attualmente sostituito dalla variante biccajere. Difatti, Decina ha ricordato come negli ultimi 30 anni i dittonghi ài e àu, i quali contribuiscono ancora a caratterizzare, specialmente tra i paesi vicini, il dialetto di Pescasseroli, si sono ridotti sensibilmente a causa dell’inevitabile influenza della lingua nazionale che tende a far abbandonare ai parlanti quelle forme dialettali percepite come più arcaiche. Dopo di che Papa ha raccontato un aneddoto linguistico in modo da dimostrare la fase in atto di italianizzazione del dialetto e di dialettizzazione dell’italiano che si sta verificando a Pescasseroli così come altrove. La frase citata da Papa è se ti inzàngheni «se ti schizzi (con la pozzanghera)», coniata sull’espressione pescasserolese se te nzàngane. Papa, oltre ad aver posto l’attenzione sull’italiano regionale che ormai sta sostituendo il dialetto vero e proprio, ha riflettuto su quanto sia importante la parlata locale per il comune senso di appartenenza ad una comunità. Per fare ciò Papa ha pronunciato diversi modi di dire pescasserolesi che hanno sicuramente ricordato a molti fra il pubblico il viscerale legame con la lingua delle proprie origini.

Al termine del vivace intervento di Papa, Decina, in veste anche di moderatore della presentazione, ha introdotto il video messaggio di Saltarelli in cui il Professore ha posto l’accento soprattutto sulla differenza linguistica su basse sessuale che rende quasi unico il dialetto di Pescasseroli. Effettivamente, nella Capitale del Parco, la secolare pratica della transumanza orizzontale tra i monti d’Abruzzo e il Tavoliere delle Puglie ha influenzato, anche a livello socio-linguistico, la comunità tanto che le donne dezze šche hanno conservato l’articolo se «il», probabilmente dal latino (ip)se, mentre gli uomini da Péšche hanno da tempo adottato l’articolo a «il». Saltarelli poi ha anche spiegato i due sistemi in uso del dimostrativo pescasserolese poiché se fra gli uomini esistono due termini (quiste, quía), fra le donne ce ne sono tre (quíste, quísse, quìse). In Abruzzo, un caso analogo di differenziazione linguistica su base sessuale si rinviene anche a Castel del Monte, altro centro montano della provincia dell’Aquila, la cui importanza, nel passato, era legata all’attività della transumanza che, come a Pescasseroli, teneva separati fisicamente per 8 mesi l’anno gli uomini e le donne.

Figura 3 – Il prof. Mario Saltarelli (Margiótte). Il suo campo d’indagine spazia dalle lingue della Penisola iberica alla linguistica cognitiva. Durante la sua attività accademica ha collaborato con studiosi del calibro di Tullio De Mauro.

La presentazione del volume di Saltarelli si conclude con l’intervento dello scrivente che compie una disamina delle peculiarità fonetiche del pescasserolese con la quale si intende mostrare come tutte le lingue, anche quelle che finora non hanno conosciuto una vasta tradizione scritta, possiedono delle regole e delle eccezioni descrivibili in vere e proprie grammatiche paragonabili a quelle già esistenti per le lingue “ufficiali”.

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Figura 4 – Durante la descrizione della fonetica pešcaróla, è emerso come, in quest’area dei Monti Marsicani, i dittonghi ài e àu sono presenti, oltre che in pescasserolese, anche nei dialetti di Ortona dei Marsi e di Scanno.

Pertanto, si può affermare che “Riflessioni per la storia linguistica di Pescasseroli” è un’opera preziosa condotta con grande rigore scientifico che ha colmato una grave assenza nel panorama degli studi dialettologici dell’Italia centro-meridionale. Inoltre, a questo lavoro seguirà presto la pubblicazione del “Lemmario di Pescasseroli”, composto da più di 4000 lemmi raccolti da Mario Saltarelli, Aimone Cesidio Decina e Rosa Maria Tullio in collaborazione con Massimo Papa.

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