Pillole di toponomàstica: a Péšchë ♂ ̴ zë Péšchë ♀ (Pescasseroli) – Ópjë (Opi) – Varréa (Barrea)
Ogni giorno, un grande numero di persone utilizza i nomi di città, paesi e frazioni durante le proprie conversazioni e nelle più svariate occasioni. Difatti, i nomi dei centri abitati, grandi o piccoli che questi siano, costituiscono i nomi di luogo più diffusi dato che compaiono sulle carte geografiche, nelle indicazioni stradali e più in generale nella documentazione di vario tipo riguardante le realtà di un determinato agglomerato urbano. Di conseguenza, i nomi di insediamenti urbani subiscono un alto grado di banalizzazione che ne fa dimenticare la complessità semantica. Per tale motivo, nel presente articolo, ho scelto di trattare le etimologie di alcuni nomi di comuni alto sangrini, quali Pescasseroli, Opi e Barrea:
- Pescassèroli (a Péšchë ♂ ̴ zë Péšchë ♀ in pescasserolese), attestato come Pesculum Serulae nel 1115, Pesculum Asseroli nel 1247, Pesculum Seroli nel 1296 e Pesculum Asseruli nel 1324.[1] Il toponimo Pescasseroli deriva dall’ unione di due sostantivi: Pesculum + Serulae. Il primo elemento, conservatosi anche nella variante dialettale Péšchë, proviene dal latino medievale pesclum «cima rocciosa», probabilmente continuazione del termine osco peesslúm / péstlúm «podio». Ma se l’ origine del primo elemento appare ormai chiara per quella del secondo sono invece state proposte diverse ricostruzioni etimologiche.[2] Al riguardo, la tesi più attendibile è quella adottata dai linguisti Alessio e De Giovanni, i quali sostengono la derivazione di Serulae / Seroli da *serula, forma diminutiva di sera «sbarra per chiudere la porta». Quindi, la forma Serulae alluderebbe al rilievo sul quale sorge il castello di Pescasseroli che da M. Forcella si estende fino al fiume Sangro. È nota anche l’ etimologia avanzata da Benedetto Croce secondo il quale l’ elemento Serulae si sarebbe originato da Sarolum, forma diminutiva di Sarus, il nome latino del fiume Sangro. Difatti, Croce ritiene che il toponimo Pesculum ad Serolum debba essere tradotto letteralmente come «il peschio presso il Sangro».[3]
Fotografia di Davide Boccia
Figura 1 – L’ abitato di Pescasseroli visto dalle rovine di Castel Mancino.
- Opi (Ópjë in opiano), attestato come Opi nel 1017 e Oppidum nel 1173.[4] Questo toponimo deriva dal latino medievale oppidum «luogo fortificato», forma documentata insieme alla variante Opi in documenti risalenti all’ XI e al XII secolo. Ciò è dimostrato dalla fonetica del nome dialettale di Opi per il quale si propone la seguente evoluzione linguistica ricostruita: Oppidu(m) ˃ *Ópi(d)ë ˃ Ópjë.[5] Al contrario, il noto linguista abruzzese Ernesto Giammarco reputava che il nome Opi provenisse dall’ antico termine preindoeuropeo Opikói / O(p)scī «abitanti delle conche» (in opposizione a quello dei Volscī «abitanti delle alture»).[6] Da escludere è senza dubbio la tesi fantasiosa secondo la quale alla base del toponimo Opi ci sarebbe Opis, nome latino della divinità arcaica romana, personificazione dell’ abbondanza agricola. I sostenitori di questa teoria vedono nell’ iscrizione SACERDOS CERIALIS «sacerdote di Cerere» (oggi collocata sul muro della chiesa madre di Santa Maria Assunta in via Affacciata) una prova dell’ esistenza di un antico centro di culto della dea Opi dal quale l’ insediamento sorto successivamente avrebbe ereditato il nome.
Fotografia di Davide Boccia
Figura 2 – Il centro abitato di Opi visto dalla SS 509.
Fotografia di Davide Boccia
Figura 3 – L’ iscrizione SACERDOS CERIALIS.
- Barrèa (Varréa o Bbarréa in barreano), attestato come Barreiam tra il 1150 e il 1165, Barregia nel 1320 e Barreia nel 1353 e nel 1739.[7] Per quanto riguarda il nome Barrea, il Dizionario di Toponomastica suggerisce l’ esistenza di un toponimo antico come Barrēia, il quale potrebbe essere connesso o con una base prelatina *barr- (che potrebbe significare «burrone, dirupo o vallata») oppure con un nome personale latino come Bar(r)ius, Barrus, Barronius.[8] A livello popolare, però, l’ etimologia più conosciuta è quella che farebbe derivare il moderno toponimo Barrea dal latino Vallis rēgia, attraverso la forma Varreggia. Tuttavia, quest’ ultima non sembra documentata e semmai, come osservato dai linguisti Alessio e De Giovanni, si sarebbe dovuto avere Varreia, analogamente al caso di Villaréia, frazione di Cepagatti, in provincia di Pescara.[9]
Fotografia di Davide Boccia
Figura 4 – L’ abitato di Barrea visto da M. Chiarano.
Come si è potuto osservare, le etimologie dei tre casi appena trattati sono complesse tanto che per ognuna di esse bisogna annoverare almeno due valide teorie. Inoltre, nei casi di Opi e Barrea, delle etimologie popolari, tramandate dalla cultura umanistica locale, competono ancora oggi con tesi supportate da basi scientifiche ed elaborate da autorevoli studiosi.
Qualche lettura per saperne di più:
Boccia Davide, La Toponomastica dell’Alta Val di Sangro, Torino 2017, Tip. Monti.
Gasca Queirazza Giuliano et alii, Dizionario di toponomastica: Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990, UTET.
Giammarco Ernesto, Toponomastica abruzzese e molisana, Roma 1990, Edizioni dell’ Ateneo.
Pellegrini Giovan Battista, Toponomastica italiana: 10000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, fiumi, nomi spiegati nella loro origine e storia, Milano 1990, Hoepli.
[1] Alessio Giovanni, De Giovanni Marcello, Preistoria e protostoria linguistica dell’ Abruzzo, Lanciano 1983, Itinerari, pp. 93-94 nota 383.
[2] Una veloce disamina delle varie teorie elaborate sull’ origine del toponimo Pescasseroli si trova da p. 41 a p. 43 del libro di storia locale Pescasseroli. Lineamenti di storia dalle origini all’ Unità d’ Italia di Gianluca Tarquinio.
[3] Croce Benedetto, Due paeselli d’ Abruzzo: Pescasseroli e Montenerodomo, ristampa anastatica dell’ edizione del 1921, Raiano 1999, GraphiType, p. 76.
[4] Cimini Nicola Vincenzo, Genesi, Vita e Storia delle Terre dell’ Orso, Opi 2010, pp. 54-55.
[5] All’ interno della forma Ópjë si può notare come l’ originaria d sia caduta poiché posta tra due vocali. Nel dialetto opiano, questo fenomeno non rappresenta un’ eccezione dato che è osservabile in altri casi: péjë «piedi» < lat. pĕ(d)es; vèjë «io vado» < lat. va(d)o; jèrë «ieri» < lat. a(d)hĕri; órjë «orzo» < lat. hor(d)ĕum; vójë «oggi» < lat. ho(d)ĭe.
[6] Giammarco Ernesto, Toponomastica abruzzese e molisana, Roma 1990, Edizioni dell’ Ateneo, p. 271.
[7] Alessio Giovanni, De Giovanni Marcello, Preistoria e protostoria linguistica dell’ Abruzzo, Lanciano 1983, Itinerari, pp. 101-102.
[8] Gasca Queirazza Giuliano et alii, Dizionario di toponomastica: Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990, UTET, pp. 74-75.
[9] Alessio Giovanni, De Giovanni Marcello, Preistoria e protostoria linguistica dell’ Abruzzo, Lanciano 1983, Itinerari, p. 101 nota 421.
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