Escursione presso il Santuario di Monte Tranquillo
|Escursione presso il Santuario di M.Tranquillo
Il nostro percorso ha inizio dal Centro Ippico Vallecupa nei pressi di Pescasseroli a quota 1146. Percorrendo un breve tratto di strada inizialmente asfaltato e poi sterrato, raggiungeremo l’entrata C del PNA e da qui la Fonte Difesa. Subito dopo la fonte lasceremo la sterrata per salire sulla sinistra lungo una vecchia mulattiera (percorso C3) e arriveremo in breve nei pressi della ‘Casa dell’Alpino’ da dove sarà visibile il Rifugio della Difesa (generalmente il rifugio è chiuso e riservato ai ricercatori del Parco). Lasciata la Casa sulla destra, si continuerà sul sentiero C3 che con saliscendi ci porterà ad attraversare zone boscose e prative, aggirando la Valle Mancina e affacciandoci sulla conca di Campo Rotondo. Arrivati ora al Crocefisso degli Alpini a quota 1535, presso il quale è possibile leggere una preghiera dedicata all’Alpino, il sentiero inizierà a salire attraverso una splendida faggeta. Raggiungeremo così il Santuario del Monte Tranquillo quota 1597 posto in una posizione suggestiva e dominante sulla conca di Pescasseroli.Dal santuario, attraversando una zona a pascolo si potrà salire per tracce di sentiero su terreno prativo alla vetta del Monte Tranquillo quota l841. Il panorama è molto interessante e comprende le faggete della Macchiarvana e della Macchia Palombo.
Ridiscesi al Santuario ripercorreremo per un tratto il sentiero dell’andata C3 (fino al bivio a quota 1432), per poi ritornare al punto di partenza seguendo il sentiero C1.
Il Santuario del Monte Tranquillo è un edificio moderno posto in posizione suggestiva. Nel passato il Santuario era un rifugio e veniva utilizzato come luogo di scambi commerciali fra le popolazioni abruzzesi e ciociare. Nel 1644 venne utilizzato come ricovero, danneggiato gravemente durante la 2° guerra mondiale, venne ricostruito nel 1956 dagli abitanti di Pescasseroli secondo un voto fatto alla Madonna di Monte tranquillo in cui si pregava di risparmiare il paese dai bombardamenti.
La devozione Mariana
I mesi estivi sono disseminati di sagre e feste. L’essenza principale di queste sagre è di natura religiosa e a giustificarle sono stati o i voti di singole persone per grazia ricevuta o, il più delle volte, voti comunitari per la fine di pestilenze, carestie, inondazioni, invasioni di insetti o animali nocivi per i raccolti; oppure sono nate perché ispirate da un’apparizione o dal ritrovamento miracoloso dei santi simulacri. Nel loro svolgimento vi sono quasi sempre reminiscenze di ritualità pagane che attestano come la religiosità popolare, pur essendo profondamente radicata al cristianesimo, non sia estranea da tracce di culti primitivi. Notevole importanza ha la relazione tra i riti e le vicende legate all’agricoltura e alla pastorizia, che hanno sempre condizionato la vita degli abitanti di Pescasseroli e dell’Abruzzo. Questo spiega come la partecipazione a certi riti propiziatori, in passato, non avesse tanto lo scopo di divertirsi ma piuttosto di nascondere le preoccupazioni quotidiane nella festosità collettiva. La grande devozione popolare alla Vergine Maria è antichissima e un aspetto caratteristico dei pellegrinaggi nei santuari mariani è la spontaneità. Spesso non è il clero a organizzarli o a guidarli, ma sono i fedeli stessi che si fanno promotori e animatori e più volte, da uno stesso paese, partono più pellegrinaggi per poi ritrovarsi ai piedi di Maria in fraterna e comune preghiera.
Nel vasto panorama artistico che accompagna le più singolari testimonianze della fede popolare, un posto d’onore lo meritano le Madonne nere. In Abruzzo, in Italia, come in altri paesi del continente europeo, non è raro imbattersi nell’effige di una Madonna Nera. Molte Vergini Nere, scolpite o dipinte, vengono tradizionalmente attribuite all’apostolo Luca. L’origine di questo accostamento sembra, però, appartenere più alla tradizione popolare. Esistono anche altre immagini, oltre a quelle di Maria occasionalmente raffigurate con la pelle nera come: sant’Anna, santa Maria l’egiziana, la regina di Saba, Sara l’egiziana, santa Caterina d’Alessandria, la Sibilla libica, uno dei re Magi, san Maurizio e la sua legione tebana, tra cui sant’Orso e san Vittorio. Il culto delle Vergini Nere si è diffuso soprattutto durante il Medioevo, per opera di grandi personaggi e riformatori religiosi come san Bernardo di Chiaravalle che ha tenuto a battesimo i due più grandi ordini medievali: quello monastico dei Cistercensi e quello dei Templari. Vi è anche un’altra interpretazione che identifica la Madonna nera con la sposa del Cantico del Cantici che si definisce “sono nera, ma bella tra le figlie di Gerusalemme”. Si è detto anche che tale caratteristica cromatica sarebbe da attribuire a una specie di pudore che ha governato l’azione artistica dei primi cristiani, consapevoli di dover nascondere in qualche modo il volto della Vergine agli occhi delle creature ordinarie. Inoltre, per spiegare la forza della Madonna nera si è sempre fatto ricorso al paragone con le antiche dee madri dalla pelle scura come Demetra, Artemide. A esse, nelle processioni, venivano bruciati ceri di colore verde o rami, simbolo della rinascita. La chiesa cristiana avrebbe dunque incorporato divinità preesistenti interpretandole in una visione nuova. Il ritrovamento delle Madonne nere e le relative leggende di fondazione sono molto spesso associate a un albero o a un cespuglio e spesso i santuari a Lei dedicati si trovano lungo i tratturi.
Protagonista, dunque, assoluta della ierofania è la Vergine Maria che si mostra in vesti regali, sugli alberi, nelle grotte, a ridosso di fonti d’acqua e, circonfusa di luce, dà i suoi messaggi ai più miti, ai più umili che sono spesso fanciulle, pastori o viandanti smarriti che diventano testimoni della sua soprannaturale presenza. Le leggende di fondazione dei santuari mariani si presentano con modalità ricorrenti. La Vergine appare in mezzo alla natura e la sua presenza assume una funzione salvifica richiedendo, nel luogo dell’apparizione, la costruzione di una chiesa ma, a volte, alla manifestazione epifanica si sostituisce il miracoloso rinvenimento di un’immagine sacra che diventa pesante nel momento in cui la si vuole trasferire in altro luogo e ciò ad indicare che in quella località la Madonna vuole il suo santuario. Secondo la tradizione popolare è, infatti, proprio la Vergine Maria che sceglie il posto dove far costruire il luogo di culto. Bisogna anche riflettere sui tempi storici in cui le apparizioni si manifestano, solitamente nei momenti di crisi economica, sociale, morale e ciò serve a consolidare la comunità che si identifica attraverso il canto, la preghiera e la devozione alla Vergine, nei riti collettivi della festa. E anche quando sulla leggenda di fondazione non si hanno tracce documentarie, resta la tradizione e la religiosità popolare che testimonia gli antichi legami fra il popolo e la sua terra
A Pescasseroli, l’ultima domenica di luglio si festeggia, con una processione all’omonimo santuario distante dal paese circa 10 Km, la Madonna di Monte Tranquillo; una festa in cui è evidente il legame con il mondo agropastorale e ai suoi cicli di riproduzione, rinnovato ogni anno attraverso i rituali collettivi della processione e della festa. Nel cerimoniale che si ripete ogni anno è importante segnalare l’oscillare dei rami di faggio utilizzati per salutare la Vergine nera del Monte Tranquillo, retaggio questo di riti pagani legati alla fecondità della terra, mentre la comunità dei fedeli è pronta a ricevere l’aspersione rituale e la benedizione solenne. Per quanto concerne la Madonna nera di Monte Tranquillo, la leggenda vuole che la sacra immagine provenga da Foggia. Alcuni la ritengono lavoro di scuola francese del quattrocento e portata dai Templari, altri invece ne fanno un esemplare della scultura in legno che fiorì in Abruzzo particolarmente nei secoli XIV e XV. Un’altra leggenda racconta che la Vergine, mentre si incamminava verso il santuario, si sia seduta per riposare lasciando su un grosso masso detto, appunto “Manto della Madonna” l’impronta del suo celeste mantello. E ancora, quando gli abitanti della vicina Ciociaria, molto devoti alla Madonna di Monte Tranquillo, volevano condurre la statua a Campoli Appennino, questa è divenuta pesante a tal punto che i devoti ciociari dovettero rassegnarsi e riportare la piccola statuetta sul Monte Tranquillo .L’antica statua, rubata nel 1980, è stata sostituita nel 1982, per mano di un devoto, da una copia
Un’antica preghiera, molto diffusa a Pescasseroli che dimostra quale sia l’intensità del sentimento dei Pescasserolesi verso la Madonna Di Monte Tranquillo, recita così: “Maria delle grazie che in braccio porti grazia, a te veniam per grazia, oh Maria facci grazia. Facci grazia a noi Maria come ti fece il Padre Eterno che ti fece madre di Dio facci grazia a noi Maria”.
Dal punto di vista storico si può attestare che l’esistenza della Madonnina nera e del Santuario di Monte Tranquillo ha origini antichissime. I primi accenni dell’esistenza di questa chiesa si hanno già nel XII sec. Durante il vescovato, nella diocesi dei Marsi, di san Berardo, 1109-1130, su tutti i valichi di montagna vennero costruiti dei ricoveri per viandanti. Oltre a quello di San Nicola de Ferrato al valico di Forca Caruso e di Santa Maria in Valle Porclaneta, vicino Rosciolo, si ipotizza la costruzione anche di quello di Santa Maria del Monte Tranquillo al valico tra Pescasseroli e Campoli Appenino. In origine era la chiesa che funzionava da rifugio per i viandanti. Un “Hospitale” attiguo a questa chiesa fu costruito dal dottor Loreto Pastore nel 1664 perché, come riportato in una relazione conservata presso l’archivio diocesano dei Marsi in Avezzano: “Acciò per li fortunali tempi non si facesse sterquilitio in essa chiesa con li animali”.
Nelle Rationes Decimarum Italiae riguardanti l’Abruzzo e il Molise, del 1324, vengono menzionate le chiese di Pescasseroli che pagavano le decime alla Diocesi dei marsi tra cui S. Mariae Tranquilli de Pesculo Asseruli .[1]
Altre testimonianze ci vengono da Muzio Febonio, ( Storia dei Marsi vol.III), Pietro Antonio Corsignani (Reggia Marsicana), Di Pietro canonico Andrea (Agglomerati delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi) e Benedetto Croce (Storia del Regno di Napoli). Il Corsignani scrive: “ Nel suo territorio (Pescasseroli) esistono i benefici di Santa Vittoria e di Sant’ Andrea, Sant’Antonio Abate, Santa Maria di Monte Tranquillo, degli Angioli, e di S. Rocco”.[2]
Di Pietro invece fornisce notizie più precise: “…ha pure nel monte detto la Serra la chiesa di Santa Maria in Tranquillo o Trunchillo, detto anticamente la chiesa di Santa Maria delle Serre. Ivi esisteva un ospizio fatto per mettere in salvo la vita dei viaggiatori precisamente in tempo d’inverno, come si legge nell’architrave della porta della stessa chiesa: “Habet onus hospitalitatis”.
Forse questo ricovero aveva avuto l’origine dagli antichissimi abitanti della città di Fresilia e Plestinia che per aver fra loro il commercio passavano per quel varco. Ad ogni modo, cresciuta la carità cristiana si conosce dall’Archivio Vescovile dei Marsi tanto la donazione fatta a favore di detto ospizio da Venditto Petrillo ai 10 di Luglio dell’anno 1517; che la seconda fatta da Cola Colaruscio ai 2 d’Agosto dello stesso anno 1517; ed anche la terza fatta da Orante di Cascio ai 16 Agosto del medesimo anno 1517. Allora il Rettore di tale Ospizio era il sacerdote Padre Giacomo Ficorone che figura in tali donazioni qual persona che riceveva per l’ospizio. Rovinate poi le mura di tale ospizio, rimase la sola chiesa dove il capitolo accede una, o due volte l’anno per celebrarvi le messe prescritte dai benefattori, ed i beni che possedeva sono stati per la maggior parte usurpati dagli stessi paesani.”[3]
Ed ancora Benedetto Croce asserisce: “Santa Maria in Tranquillo esisteva ed esiste tuttora, in montagna, sulla strada verso Campoli, e ha anch’essa una scultura antica dell’Incoronata, e serve come luogo di rifugio a coloro che percorrono quella strada, i quali vi lasciano in deposito legna per aver di che scaldarsi”.[4]
[1] P. Sella (a cura di), Rationes decimarum Italiae, Aprutium, Molisium, le decime nei secoli XIII-XIV. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana MDCCCCXXXIV, p. 43.
[2] P. A. Corsignani, Reggia Marsicana, parte prima, Forni editore Bologna, p. 708.
[3] Canonico A. Di Pietro, Agglomerati delle popolazioni attuali della Diocesi dei Marsi Avezzano, Tipografia Marsicana di Vincenzo Mogagnini, 1869, p. 300.
[4] B.Croce Sroria del Regno di napoli, Editori Laterza, Bari, pp. 322-323.
Anna Tranquilla Neri