Bravi ragazzi per i lavori di riqualificazione al Centro polivalente
|È la teoria del peso della farfalla. Non avere niente in mano, ma solo idee senza corpo, quelle che in un pugno non puoi stringerle. È la teoria dell’araba fenice: è possibile che ogni cosa rinasca dalle sue ceneri. Come quelle di un segmento edilizio in un punto nevralgico del paese, vittima di un abbandono che lo ha reso rifiuto, consumato e a rischio grave di spreco.
E poi ecco la mano buona di un gruppo di ragazzi, amanti del creato pescasserolese, che hanno messo in moto il lavoro di riqualificazione del Centro Polivalente in Via Principe di Napoli. E sono state tante le matricole, proprio come le farfalle: Ezio Roselli, Duilio Antonucci, Loris Pandolfi, Cesare Grilli, Giacomo Grilli, Antonio Santercole, Lorenzo Boccia, Alessandro Villanucci, Omar Dernjani, Nicola Vitale, Armando Vitale, Alessandro Vitale, Davide Santercole, Andrea Vitale, Fabio D’Addezio, Armando Vitale, Alessandro Vitale.
Grande spazio è stato lasciato alle ragazze: Alessandra Gentile, Alessandra Luzzi, Giulia Antonucci, Martina Boccia, Michela Saltarelli, Cristina Berardini, Cristina Di Nella, Michela Macro, Rachele Stufani, Lorenza Franchi, Nicole D’Addario, Erica Saltarelli. Un aiuto anche dai grandi: Giuliano Petrella, Mauro Palmigiani e la professoressa Angela Pizzuti e il capocantiere Francesco Notarantonio.
Mano su mano, hanno impresso il loro canone artistico, per un luogo tutto dedicato alla sensazione, dove la superficie ha preso a dilatarsi, allargandosi a nuovi spazi dell’immaginazione. Cambia la misura dei metri quadri. Ognuno ha imposto al proprio intervento uno stile autobiografico. Degli interventi che mi sono stati segnalati, la realizzazione di 3 disegni in collaborazione con la professoressa Pizzuti. Cesare Grilli gioca la sua partita con la pittura in un disegno tutto personale e, a corredo, la scritta realizzata da Alessandro Villanucci. E poi la stessa vocazione per realizzare la rinascita è la soluzione decisiva per il lavoro sul selciato, il piano di lavoro di Duilio Antonucci, Mauro Palmigiani e Francesco Notarantonio. Collaborazione di tutta la squadra per la tinta delle pareti, con materiale di base e colori di fortuna che non rovinano la nobiltà di quella che all’indifferenza prima sembra quasi una bravata e invece è opera nobile di una squadra che raccoglie tutti quelli che hanno qualcosa da dire e da raccontare. Una linea, una pennellata sono eloquenti, perché sono lo spunto. C’è tanto ancora da immaginare, una mitologia illimitata dietro quella pittura che sembra quasi una riproduzione in un secondo tempo, una replica in playback rispetto a ciò che la mente pensa e ha già deposto. Grazie a quelle schegge di propositi, di idee, un bulbo mostruoso a cui era stato ridotto il Centro Polivalente ha un’altra opportunità di stare a cielo aperto, se pure si è trasformato anche in una piazza di protesta, per una disattenzione che la lascia indietro.
“O malamente più malamente è o’ Malammore”, un camorrista dice in Gomorra 2. Parafrasato: non c’è niente di peggiore del Malamore, dell’amore distorto, dell’amore malato che ignora. Per te paese…
FEDERICA TUDINI