Barrea abbatte Marruvium 5-1! Continua il sogno della prima categoria
È la strana tradizione barreana della vittoria, con quegli inizi che insospettiscono, da danza sulle punte, poi il rally da seduta di borsa. Serve sempre che le lancette abbiano macinato qualche manciata di minuti perché si passi al ritmo marziale. Come per dire, prima l’esibizione poi il debutto. Poi ti rendi conto che Barrea c’è, si intesta il diritto d’autore sulle palle e se le tiene anche nelle situazioni più intricate. A sbloccare l’impasse è il piccolo giamburrasca guastafeste che fa sempre carnevale tra gli avversari: è Coletti, che a distanza controlla bene i suoi metri, silura, imbrocca la giusta traiettoria e viola l’immacolatezza della porta. È solo la prima nota di un refrain. Barrea riesce presto a superare il disagio delle palle passive. Si ricompone e ricompone, il fraseggio dei passaggi è degno di una globetrotter. Continua a spingere e, alla fine, fortuna o azione premiamo. All’ultimo giro d’orologio dei 45 Iannucci su calcio d’angolo scorna dentro. La ridiscesa. Rimane la tattica: sfruttare i particolari. Sbrogliarsi per sbrogliare. Per chiudere, anticipare, sorpassare. Del Principe sale dalle retrovie e prova a spiattare in porta; ma la teoria delle traverse e delle deviazioni non concede l’eccezione e la palla frulla via. Riparte Coletti che si scapola dagli avversari. Abile mente e mentitore dei competitori, prepara l’intervento di Musilli che si porta nell’area e spara dentro, costringendo il portiere a accartocciarsi sul suo stesso abbraccio vuoto. Neppure la sequenza dei cambi rompe l’incanto. Anzi, Ricci da subito si mette come il bue davanti al carro, su a trainare i compagni in avanti. Sfrutta tutto il giro dei suo 360 gradi, offre la palla a Di Padova che insacca dentro il 4° goal. Ormai il risultato è blindato. Ma Pandolfi, cavaliere inesistente per tutto il turno, non ci sta a uscire senza bottino. Prova con un pallonetto quasi sotto porta, ma il trucco neutralizza l’inganno e la palla viene spazzata via. Altre occasioni mancate e finalmente si riscatta.
Una squadra che ara il campo, senza trascurare la semina, senza ossessionarsi per il raccolto. Anche scoprendosi un trattore con la sesta marcia: la determinazione senza il vizio della superbia.
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