Pescasseroli, adesso è emergenza furti. Cosa fanno i tutori dell’Ordine?
|Un tempo esistevano i ladri di biciclette e di gelati. Oggi che la crisi attanaglia, scopriamo una nuova categoria: i ladri di computer. E da sociologici improvvisati in ragione dell’incombenza notiamo pure che ad un livello di ricchezza più basso diminuisca il valore della merce rubata. E che nella guerra dei poveri tutti siano potenzialmente ricchi e derubabili. Ad essere preso d’assalto quasi per un secondo turno in un breve torno è il tempio del ‘pubblico’, la scuola, il “bene patrimoniale” per eccellenza di una comunità, che dovrebbe essere un bunker in qualsiasi guerra. Una zona franca dove vale il diritto d’asilo per la sicurezza. Questo ferisce più dell’atto criminoso.
Stesso furto, stesso luogo
Da tempo le ruberie hanno visto una spinta al rialzo in un paese abituato a contrapporre la sua tranquillità al disordine cittadino. Pescasseroli lasciata in uno stato comatoso ormai prossimo al degrado non resiste al gioco perverso del vandalismo. Per i malviventi il bene di lusso sono state le attrezzature elettroniche presso l’edificio, una risorsa essenziale a supporto della didattica, sottratte nella notte di lunedì 14 marzo. Dribblano il perimetro delle forze dell’ordine. Si introducono attraverso la scala antincendio senza aver bisogno di compiere faticose effrazioni. Arraffano computer e chitarre classiche in dotazione degli studenti. Un’operazione delinquenziale che vale circa cinque mila euro.
Ma il sistema di vigilanza?
A sorprendere è il fatto che nella notte fossero appostate alcune pattuglie proprio nei pressi. Peccato di disattenzione, sottovalutazione? Disorganizzazione? Altro intervento “non renforceé”: le telecamere. Una vigilanza da considerarsi bocciata e gaffeur non ha provveduto a risistemare la telecamera non funzionante posizionata proprio davanti la scuola. Di ‘se e di ma’ ne son piene le fosse. La comunità si aspetta efficienza almeno nell’identificazione dei colpevoli e nello scongiurare futuri episodi, inammissibili in un territorio che “sopravvive” sulla scia del turismo dei decenni trascorsi, peraltro già in fuga, e che ha bisogno della sicurezza come bollino di qualità. Allora una task force così disarticolata che nulla può contro complicità tentacolari, sarà una mossa efficace senza un vero piano per la sicurezza? Nonostante l’effetto tappo di champagne dei furti negli ultimi tempi non è stata costituita nessuna cordata tra i sindaci della vallata come se l’ottimismo bastasse a scongiurare futuri atti vandalici. E ancora: a breve queste autorità saranno convocate dal prefetto Francesco Alecci “per fare il punto”. Perché ciò non è nato da una iniziativa spontanea degli stessi in tempi precedenti? Una politica passiva è latitante.
La stravagante campagna di sensibilizzazione
Sta partendo un’iniziativa da parte delle forze di polizia locali, coordinata dal comandante Giuseppe Gigante per sensibilizzare i cittadini a prendere misure cautelative attraverso un’opera di istruzione tramite 700 opuscoli. Viene un altro punto di domanda: adesso sono i cittadini che devono provvedere alla propria difesa? È vero che non c’è vittima che non abbia in qualche modo stuzzicato il suo carnefice, ma così si addebita al privato l’onere della responsabilità, sviluppando una tutela passiva e non contrastiva da parte di chi dovrebbe provvedervi per incarico della legge. È un po’ un lavarsi le mani e passare la palla. Resta da attivarsi contro il malocchio.