Quatran da pesck adesso associazione certificata. No rivoluzione ma speranza
|Quatran da pesck si è definitivamente edificata sulle fondamenta di un’esperienza che si protrae già da un po’. Quasi sempre, quando si comincia, si è predestinati a finire, sboccare almeno da qualche parte. Loro erano predestinati a sfociare in un inizio. Magico cortocircuito della volontà. E poi c’è un altro testacoda, brace di questa esperienza: finire di non finire mai. Tutto ciò incoraggia a sperare. Vantano una propria biologia che consiste nel sentimento di unione solidale e tuttavia non sono una monade senza finestre. Esercitano una propria forma di resistenza che, appunto, è un’azione duplice: esistere e continuare a farlo. Come tradisce la parola, che la diffusione sui trattati le ha fatto perdere la sua pregnanza, “associazione” non vale solo come aggregarsi ma anche attirare a sé chi gravita intorno, e missione ancora più ardua ma non impossibile, anche chi è lontano che pure questi ragazzi hanno già tentato di intercettare con le loro iniziative. Insomma un allargamento ad ampio raggio come è la buona pratica della seminagione: e sì, perché Ezio Roselli, Edoardo Del Principe , Giacomo Grilli Loris Pandolfi, Edoardo Ruggine Pandolfi, Andrea Meks, Andrea Pistilli, Mister, Pierpaolo D’Addario, Filippo D’addario più che formare una squadra di calcio, dato il numero, sono una combriccola di contadini che hanno recintato il proprio campo d’azione e lo hanno arato con tenacia anche contro le intemperie burocratiche. E in un paese che rigurgita malessere ed espelle giovani, loro, da solerti contadini sono rimasti. Rinfocolano le speranze che magari la vocazione di Pescasseroli non è solo quella dell’autocannibalismo e neanche quella meno atroce della becera sopravvivenza. È la fiammella diventata incendio. Il sussurro che si fa grido, anzi improperio contro l’indolenza di tutti. È il palpito all’unisono di dieci ragazzi che cercano una via di scampo e la trovano nella loro stessa volontà. Sono già salvi dall’astenia emotiva. Speriamo che i riflessi di tanta energia rilucano anche sul resto, soprattutto sui pastori che vanno via.