Pietro: la vittoria di chi non si è arreso
|Pietro Trozzi, dal 2005, è Presidente e fondatore dell’ASHA (Associazione Sci Handicap Abruzzo), all’interno della quale si occupa di organizzare eventi per persone che vogliano avvicinarsi allo sci nonché corsi di sci.
Nel 2008 è campione italiano di slalom gigante nella categoria sitting, “seduti”, che comprende gli sciatori che non sono in grado di stare in piedi e prevede l’uso di un monosci. Pietro pratica e insegna questa specialità.
Nel 1993 Pietro è un giovane ventisettenne cresciuto tra le nostre montagne che sin da bambino ha imparato ad amare. I nostri monti, con le loro abbondanti nevicate, gli hanno trasmesso una grande passione: lo sci.
Pietro, da me raggiunto telefonicamente per un’intervista, alla mia richiesta su quando fosse iniziata la sua passione per questo sport ha risposto: “Da sempre…sono di Pescocostanzo.” Una passione innata, quindi. La stessa che presentano molte persone della nostra zona quasi come se fosse un carattere genetico in più scritto nel nostro DNA.
Pietro proviene dall’ambiente agonistico dello sci, ha partecipato a diverse gare di sci di fondo e discesa tanto che nel 1989 diventa maestro di sci. Trasforma la sua passione per lo sport in un lavoro. È un giovane come tanti, con tanti sogni e progetti per il futuro.
Ma c’è una data che Pietro non dimenticherà…una data che porta in sé una casualità che tenta di cambiare radicalmente la sua vita: luglio 1993. Siamo in estate, fine luglio, Pietro ha un grave incidente, al quale faranno seguito un periodo di coma, numerosi interventi e un periodo di riabilitazione per ricostruire una vita spezzata.
Ho preferito dire che l’incidente ha tentato di cambiare la vita di Pietro perché in realtà quest’uomo non si è lasciato sopraffare dagli eventi. È vero che il maestro Trozzi da quel giorno non ha più potuto camminare ma è anche vero che ha tenuto stretta a sé la sua passione, quell’amore per lo sport che ha usato come carica e forza per ricominciare e dare nuovo vigore alla sua vita. Ammette che non è stato facile…credo che per nessuno di noi lo sarebbe…ma lui non si è arreso!
Pietro già dal 1997-1998 ha ripreso con le sue competizioni sportive e quindi gli ho chiesto quali fossero le emozioni e i sentimenti provati dopo le sue vittorie e lui mi ha risposto: “In pista siamo tutti uguali, il risultato è per tutti lo stesso perché è frutto dell’impegno, del lavoro e del sacrificio che vi sono dietro”. Una grande gioia e una grande soddisfazione che ricompensano lo sforzo.
Pietro ha creduto fino in fondo nei valori dello sport rendendoli il suo punto di forza per non cedere alla rassegnazione alla quale spesso, purtroppo, si abbandona chi è vittima di incidente o chi per altre cause si trova a dover affrontare condizioni di vita diverse.
Il maestro Trozzi mi ha parlato di competizione, lealtà, rispetto degli altri, socializzazione, integrazione e affermazione del merito riconoscendo allo sport un altro immenso valore: la capacità di rialzarsi dopo una caduta, il recupero e la riabilitazione della persona dopo un grave incidente restituendo nuova vita a chi ha rischiato di perderla!
Ezio Roselli